La Piadina Romagnola IGP diventa un simbolo del Made in Italy nel mondo

Piadina Romagnola IGP

(di Sara Serafini)*La Piadina Romagnola IGP diventa un simbolo del Made in Italy nel mondo: boom di vendite in Germania nell’anno della pandemia.

Il mercato della piadina romagnola in Italia ammonta a circa 180 milioni di euro ed è in continua crescita da anni.

Fra i motivi della crescita, costante dal 2014, soprattutto l’entrata in vigore della certificazione di Indicazione Geografica Protetta (IGP), presentata alla Commissione Europea nel dicembre 2012, ottenuta il 21 maggio del 2013, e pubblicata, dopo un lungo e complesso iter, nel 2014 (Gazzetta Ufficiale UE Regolamento N. 1174/2014).

“La certificazione IGP – spiega Alfio Biagini – presidente del Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola –  stabilisce che la Piadina Romagnola deve rispettare il disciplinare di produzione e avvenire secondo i quattro ingredienti cardine della tradizione: farina, acqua, sale, olio o strutto, con un apposito organo di controllo che ne certifica il pieno rispetto”.

Credit: Resto del Carlino Emilia Romagna Marche

Il 2020 è stato un anno record per la produzione e la vendita della piadina romagnola: oltre 22.000 tonnellate prodotte, con una crescita del 23% rispetto al 2019 (17.800 tonnellate).

Un prodotto della tradizione povero e semplice, fatto di soli quattro ingredienti, ha saputo elevarsi ad emblema di una terra (e di un intero paese), conquistando così il palato dei consumatori stranieri.

Boom di vendite nel 2020 in Germania – il 31% dell’intero volume dell’anno – seguita da Austria, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Paesi emergenti come Romania e Lituania.

È sempre più evidente che quello che un tempo era solamente “il pane dei romagnoli” è diventato oggi un vero e proprio “gioiello” del Made in Italy nel mondo.

*Sara Serafini – Junior Export Manager, Master per l’internazionalizzazione delle imprese  53° CORCE Fausto De Franceschi