In Italia ancora poche le Startup che si occupano di Agrifood

Se nel mondo sono circa 5.000 le startup Agrifood, in Italia sono appena 53.

Secondo il rapporto dell’Osservatorio Food Sustainability della School of Management del Politecnico di Milano, sono 4.909 le realtà mondiali che si occupano di Agrifood, ubicate principalmente nel Nord America. Seguono Europa, Asia, Oceania, Sud America e Africa.

Nel post Covid-19, imprese, terzo settore, enti pubblici e startup hanno riscoperto l’importanza della “filiera corta”. Focus su un nuovo packaging  in grado di garantire una maggiore sicurezza del cibo e tracciabilità dei prodotti, evidenziando il percorso compiuto fino alla nostra tavola.

Si torna a parlare di “Agritech”, con una logica che necessariamente deve ripensare alla sostenibilità, anche grazie al contributo delle startup di settore.

Dalla ricerca emerge che le startup internazionali dell’agroalimentare nate fra il 2015 e il 2019 sono ben 1.158. Sono  il 24% delle 4.909 startup agrifood complessive che, nel 39% dei casi, hanno ricevuto almeno un finanziamento per un totale di 2,3 miliardi di dollari raccolti.

L’Italia, con 53 startup attive sul tema, di cui solo sette sostenibili, rappresenta ancora un Paese con una percentuale troppo bassa rispetto al mercato globale, per un valore di 300mila dollari appena di finanziamenti, lo 0,01% del totale.

Le startup agrifood globali sono coinvolte principalmente nei seguenti settori:

  • miglioramento dell’ accesso alle risorse produttive, sbocco sul mercato e reddito dei piccoli produttori (245 startup);
  • aumento della produttività e della capacità di resilienza dei raccolti ai cambiamenti climatici (177 startup);
  • riduzione di sprechi e eccedenze alimentari lungo la filiera (136);
  • gestione più efficiente delle risorse naturali utilizzate nei processi produttivi (128);
  • minimizzare l’impatto ambientale delle sostanze chimiche impiegate in agricoltura e dei rifiuti prodotti (96);
  • garantire a tutti l’accesso al cibo (69 startup);
  • ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche (64);
  • conservazione, il ripristino e l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri e d’acqua dolce (56);
  • sensibilizzazione a stili di vita più sostenibili (23);
  • promozione di infrastrutture verdi (22);
  • riciclo e il miglioramento della qualità dell’acqua (22).

Quanto alle tecnologie, quasi quattro startup sostenibili su dieci offrono servizi che analizzano dati e monitorano le prestazioni attraverso dispositivi smart per ottimizzare le attività agricole e ridurre gli sprechi (456 startup, il 39% del totale); una su cinque si occupa di trasformazione degli alimenti e punta su ingredienti naturali e cibi proteici alternativi (231 startup, il 20%); il 15% (179 startup) fornisce invece tecnologie per l’agricoltura di precisione e propone soluzioni per la coltivazione idroponica.